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Per essere di valore queste consapevolezze devono comunque mantenersi in un ambito di razionalità per non scadere nella pura contrapposizione o nel seguire teorie non verificate e spesso diffuse con secondi fini.
Possono anche essere accompagnate da fini etici, dal desiderio e dall'effettivo impegno per cambiare queste situazioni delle quali si soffre.
Ma la consapevolezza inizia e finisce con questo?
La consapevolezza, nella sua piena realizzazione, è la consapevolezza della Verità, ovvero di cosa o chi si è veramente.
Culturalmente siamo stai abituati e profondamente condizionati a considerare queste domande come 'dubbi esistenziali', eterni travagli che ci accompagnano per tutta la vita senza risposta.
Questo condizionamento fa parte di quel meccanismo o sistema che ci tiene intrappolati nella attuale percezione della realtà, fatta indubbiamente di conflitto e problemi.
In realtà è possibile dare risposta a queste domande.
Come?
L'interpretazione della realtà, che è poi quello che noi chiamiamo 'mondo reale', dipende da quello in cui noi ci identifichiamo. Ci siamo identificati per millenni con la nostra mente, con l'idea che abbiamo di noi stessi, tanto fortemente da arrivare a concludere che noi siamo i nostri pensieri, noi siamo i realizzati, i delusi, i conformisti, i ribelli, gli innovatori, gli intellettuali eccetera, eccetera, noi siamo il pensiero che abbiamo di noi stessi.
La scienza, (un caso?), negli ultimi secoli ci ha poi convinto che non siamo altro che un prodotto di reazioni chimiche, che per uno strano fenomeno di complessità si sono rese coscienti di se stesse.
In verità la coscienza non è mai stata spiegata a fondo dalla scienza, che, contrariamente a quanto dovrebbe, si mostra conservativa quando incontra qualcosa che non rientra nei propri postulati.
Ultimamente, comunque, anche la scienza ha abbandonato questi paradigmi, basta pensare alle teorie quantistiche, nelle quali l'osservatore è causa della determinazione della realtà.
La verità è che noi siamo essere, puro essere cosciente di se stesso. Siamo coscienza pura al di là del nostro pensiero.
Il potere che è in questo è il vero potere, non quello immaginato dal nostro pensiero in questo momento, ma il potere della creazione, della Sorgente.
Raggiungere la percezione vera di questo, viverlo, è la vera consapevolezza.
Due sono gli strumenti di cui siamo dotati per raggiungere la piena consapevolezza: la sofferenza o l'evoluzione senza sofferenza.
Il disagio, la sofferenza, sono quelli che, fino ad ora, hanno spinto alla ricerca del cambiamento, a cercare un senso alla sofferenza, e ad agire per porvi fine.
L'acquisizione della consapevolezza senza sofferenza è l'opportunità che fa la differenza in questo momento, e ci fornisce uno strumento gioioso per il solo cambiamento possibile.
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articolo di http://salusaitaliano.blogspot.it/
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